Antologia critica
André Verdet
Poeta, artista e critico francese del XX secolo, fu un eclettico esploratore delle arti, noto per le sue strette collaborazioni con giganti dell'arte come Picasso e Matisse.
“Rodolfo Viola va posto fra i pittori che hanno il senso del grande spazio cosmico e che ci fanno percepire questo senso nell'opera che essi presentano ai nostri occhi, al nostro intelletto, a questa intuizione, del resto più o meno sviluppata secondo ciascuno, ma che tutti portiamo in noi come un angolo di patria universale.
L'intuizione diventa sentimento, certezza e Rodolfo Viola amplia in dinamismo questa certezza; in effetti la sua pittura spaziale è fatta di ritmo e di tensione. A volte questo ritmo e questa tensione sono interiori, fissati alla sommità di una calma apparente, a volte esplodono, si infiammano, raggiungono una forza preciclonica, una drammaticità celeste (più spesso solare che notturna) i cui effetti agiscono su di noi come un grandioso spettacolo.
Rodolfo Viola raffigura veramente lo spazio come tale, disponendo la sua architettura astratta, la sua scenografia di linee, forme e colori a grandi tratti, ampi ritmici e nervosi, carichi di energia. Nella pittura di questo artista si sente la decisa volontà di affermare una presenza primordiale, una dimensione universale nella scala dell'infinito che racchiude le origini stesse:, lo spazio della creazione, coi suoi astri visibili o invisibili, reali o immaginari, il suo aspetto fisico o mitologico, le sue correnti sature di elettricità ad alto voltaggio o i suoi venti costellati di simbolo.
Ma è proprio quando è più spoglio, più astratto, sgombro di ogni immagine figurativa, di ogni particolarità che il pittore raggiunge il massimo dell'efficacia, che la sua capacità di evocazione si fa più convincente. Il ritmo delle forme, l'espressività dei colori, unendosi a piacere, forma un tutto armonioso e brulicante dove gli elementi di potenziale vitalità si trasformano in pura espressione plastica.
Ho parlato dell'ampiezza del tratto la cui traiettoria colpisce sovente la superficie della tela come lo farebbero le linee incisive di un grosso pennello luminoso in movimento. Bisognerebbe anche parlare dell'ampiezza del colore, del suo pieno splendore celeste, sia solare che aurorale. I rossi, gli arancioni, i gialli, hanno un'intensità vulcanica; il blu e i verdi, un sapore abissale; in quanto ai bianchi, essi sono colpiti da una luce accecante.
La struttura delle linee, il volume delle forme, la loro disposizione in piani che ci aprono alla sensazione della profondità atmosferica e stratosferica, la vibrazione di queste linee e queste forme in valori colorati, ci trascinano veramente sul ritmo di un poema lirico verso questo al di là spaziale dove i nostri sogni s'ingigantiscono fino all'ossessione, al di là, del resto, ben reale al di sopra di noi, in cui il geniale Turner ha per primo fissato con un tratto fiammeggiante da maestro, lo scintillio cosmico.”
André Verdet
(Collana Arte Contemporanea: Rodolfo Viola, Torino, Edizioni Arte Centro Quaglino, 1972.)
Fernand Tramier
Critico d’arte francese della rivista Parigina: La Revue Moderne des Arts et de la Vie.
“Il fascino della pittura di Rodolfo Viola enfatizza la forma stessa di un concetto: L’universo è nell’uomo e non manca di potere, dinamismo ed armonia.”
Fernand Tramier
(La Revue Modern. Paris, 1963)
Garibaldo Marussi
Garibaldo Marussi (1909-1973) è stato uno scrittore, poeta, critico d'arte, traduttore e giornalista italiano noto per il suo ruolo nella fondazione di riviste letterarie e d'arte, tra cui la prestigiosa "Le Arti". Ha ricevuto un premio per la critica d'arte alla Biennale di Venezia nel 1960.
La pittura di Rodolfo Viola aggredisce per la sua inventiva formale. Residui futuristici-cubisti, anche surrealistici, escono dalla trama del quadro, si enucleano piacevolmente aperti. E soprattutto vi è un senso evidente della costruzione del quadro, un camminare per parabole strutturali, una volontà di afferrare una dimensione. E il problema della luce frantumata e allo stesso tempo raccolta cerca soluzioni affatto causali.
Garibaldo Marussi
Le Arti, 1963
Pierre Restany
Fu un influente critico d'arte e teorico francese, fondatore del movimento del Nouveau Réalisme negli anni '60. Promotore dell'integrazione tra vita e arte, Restany ha giocato un ruolo cruciale nel riconfigurare il panorama artistico contemporaneo, attraverso la sua fervente difesa dell'arte come specchio e motore della società.
“Ecco Viola! Non pensiamo che a questo.
Viola! Ecco al di là del quotidiano la vela della violenza! Fremente, ben sicura! Siamo nell'epidermide della sensazione e questa pittura non ha assolutamente altra ambizione che quella di trasmettere questo brivido elementare che ci spinge a sentirci uomini una volta di più, quando siamo saturi di fatica e le parole e le mani compiacenti hanno esaurito l'amicizia del loro sapere.
Laccati, lisciati, fino al limite della loro luminosità i quadri di Viola hanno gusto dell' "Apres-l'amour " che ci fa riflettere sull'insieme del nostro essere. Ricordate il monologo finale dell'Ulisse di Joice! "C'è qualcosa di sublime in questi segni, simboli di un niente che rappresenta l'universale". Non è forse tutto questo il ricordo di un rapporto sessuale, di un abbraccio che si conclude nella bellezza di una liberazione o di una soddisfazione precoce? Io amo la primordiale rapidità del gesto che ricorda la sicurezza riflessa dei gesti dell'intimo.
Si! Viola è pulito, luminoso trasparente, pieno di finezze gestuali, acrobatiche. Il suo "atèlier", magnifico, sensuale, emozionante, evoca orizzonti senza confini, il deserto del Gobi, l'Arizona, il Colorado, l'Australia centrale.
Esiste l'acqua? Oppure no? Credo che il problema sia superato. L'acqua che noi usiamo ha un sapore quotidiano. Che scelta fare, che posizione prendere? Viola chiude gli occhi, e con la sua mano delicata procede.”
Pierre Restany
(Pierre Restany, Rodolfo Viola I, Nova Milanese, Litolega, 1983)
Silvio Ceccato
Fu un intellettuale italiano, pioniere della cibernetica, noto per la teoria del "correlazionismo" che esplora i processi mentali e il linguaggio. Il suo lavoro interdisciplinare abbracciava filosofia, linguistica, psicologia e intelligenza artificiale, ponendolo all'incrocio tra scienza e arte.
“Non ricordo come avvenne la presentazione, se non per qualche confusa parola. Rodolfo Viola, pittore, promotore e rappresentante di un movimento: l'Universalismo. Provengo da studi sulla storia del pensiero e diffido da ogni "…ismo", tanto più se di conferma dell'Universo. Fa paura il mago agli astronomi, ai fisici, agli astrofisici.
Artista, guardati dai filosofi e dai filosofanti. Se scrivi musica, e dipingi, e scolpisci, ecc.., guardati dalle parole. Guardati dalle parole anche se fai il letterato, perché la tua produzione fuori campo è per lo più modesta e barcollante.
Piuttosto fingi di condividere una ideologia che potresti trarne pratico vantaggio. Ma no; Rodolfo Viola non aveva l'aspetto sofisticato, tutt'altro! Piuttosto della persona che si gode la vita e quindi che si gode anche l'arte, il passo più importante perché anche gli altri ne godano.
E allora, quali origini aveva il suo Universalismo? Ma si era detto che a Montecatini gli avevano apprestato persino un Museo: presunzione o modestia! Comunque ne fui incuriosito. Un primo successo Viola lo aveva ottenuto. E volli conoscere i quadri. Come tutti i professionisti d'inquadramento umano (io, quale cibernetico della mente, quale logonico, studio gli uomini per ripeterne l’operato mediante meccanismi) applico le mie armi, qui quelle specifiche per chi opera nell'arte. E avevo una guida, appunto il suo "Universalismo".
S'incrociano i fuochi:
a) Quanto di pensiero guida l'artista?
b) Quanto affida alla materia di cui si serve?
c) Quanto chiede a una propria originalità;
che tradotti in termini scientifici significa quando interviene con una sua originale pulsazione ritmica, costituiva dall'atteggiamento estetico, dell'arte, sia in chi produce sia in chi fruisce?
Dunque per la prima domanda, che cosa aveva in mente Rodolfo Viola con il suo Universalismo e come compariva nelle sue opere? Ripeto, sono premesse che mi fanno paura. Ricordo un giorno in cui un pittore aveva viaggiato un giorno e una notte per portarmi in omaggio, ed in cambio di un giudizio, i suoi dipinti destinati a rappresentare, rappresentazione quasi autentica, le categorie di Immanuel Kant. Certo, aveva dovuto aggiungervi i colori; ed io non sapevo come scolorirle. No, qui il passaggio era lecito. Che cosa abbiamo di universale nel mondo?
Guicciardini risponderebbe: l'uomo, quello che nel male si affligge e nel bene si stucca. Viola si faceva presocratico: l'acqua, l'aria, il fuoco, la terra, in un impasto assicurato, dalla forza, quella che da essi sprigiona e quella con cui l'uomo li domina. Come pittore aveva a sua disposizione colori e figure e forme. C'è l'acqua dello stagno, del ruscello, del mare, dell'oceano, c'è l'acqua a specchio e quella che si infrange e infrange le coste, c'è l'acqua cavalcata dalla neve, talvolta in una lotta esaltante.
Nessun dubbio sulla scelta di Viola, è difficile dimenticare di Viola un'imbarcazione nella tempesta. C'è il fuoco che compare in un colore che accende un paesaggio; paesaggio inventato affinché possa essere acceso. Pure queste opere non si dimenticano.Anche perché sprigiona da esse una forza che intorno al quadro crea un vuoto. Ci sono quadri che si espandono intorno, che abbisognano per rilucere, di un contesto. Altri che prorompono da soli, e si devono tenere isolati. Fanno il deserto.Siamo all'ultimo fuoco incrociato. A parte le scelte di pensiero e di gusto: ove si palesa l'originalità ritmica pulsante di Viola? Vi dirò una mia impressione, curiosa. Il pittore sembra operare a due stadi. Una prima imposizione bruta, violenta, lineare; e questa può essere di tipo drammatico, tragico, ma anche poetico o lirico; ed un successivo distacco, quasi avesse timore di un suo eccesivo invischiamento. Forse è il punto più originale di Viola, quello che deve averli suggerito l'Universalismo. E per lo spettatore i casi sono tre. Partecipare al primo stadio; e Viola è un pittore fra gli altri. Partecipare al secondo; e Viola può suonare freddo nel più caldo dei monti. Partecipare al primo e al secondo stadio: e allora sì, siamo immersi in cose più grandi di noi.”
Silvio Ceccato
(Silvio Ceccato, Il museo dell'Universalismo, Prima Pagina, 15 febbraio-15 marzo 1982, p. 7)
Paolo Levi
Paolo Levi è un rinomato critico d'arte e giornalista italiano, specializzato nell'arte contemporanea. Autore di numerosi libri e saggi sull'arte, Levi è anche conosciuto per il suo lavoro come curatore di mostre e per le sue incisive analisi delle tendenze artistiche moderne
“. . . L’astratto informale di Rodolfo Viola scompone e compone il visibile, ammicca a mondi, paesaggi astratti. La sua è la poesia dei misteri e dei silenzi che non fanno parte della nostra umana esperienza. Astrazioni forse panteistiche che accennano alla vita e invocano il non conoscibile.”
Paolo Levi
(Paolo Levi, L’arte del sogno. Fondazione Marco Mantovani. 1984)
Pia Capelli
Critica d’arte, giornalista.
“Il suo dichiarato misticismo (tratto inusuale per un contemporaneo) gioca con la forza evocativa della luce accendendosi in una tavolozza esplosiva, dai verdi elettrici ai rossi infuocati, dai blu carezzevoli ai gialli potenti. Nel suo lavoro si conserva l’anelito dell’artista viaggiatore che osserva il mare rapito, che veleggia in solitaria sottraendosi alla folla e al rumore. Viola è uno di quei personaggi puri che fa piacere riscoprire nel mondo dell’arte..”
Pia Capelli
(Pia Capelli, Il ritratto: Rodolfo Viola, 55 anni di arte al lavoro, Libero, 7 giugno 2006, Cultura e Scienza.)
Alberto Mattia Martini
Critico d’arte e curatore.
“Osservando i lavori del maestro Viola si ha immediatamente la percezione di un’arte che coinvolge e avvolge i sensi, che riesce ad accedere con pura naturalezza al “non luogo” emozionale. I suoi quadri sono un’esplosione gestuale di colore e di luce e vi si esprime la parte più intima dello spirito umano. ”
Alberto Mattia Martini
(Alberto Mattia Martini, The Art Whitin, Luxury magazine,n°2/2007, pp. 96-103)
Gianlugi Ricuperati
E’ uno scrittore, saggista e curatore italiano. Noto per i suoi romanzi che indagano temi contemporanei. La sua opera letteraria spazia dalla critica sociale alla speculazione futuristica, conferendo a Ricuperati un posto di rilievo nel panorama letterario moderno italiano.
“Le tele di Rodolfo Viola sono pensieri incendiati alla velocità del lampo. Quando è in attività un cervello umano esprime più energia del sole. Lo hanno misurato gli scienziati. Se ogni opera d’arte è il risultato della sottrazione fra la disponibilità del mondo e la voglia dell’autore, allora questa cifra è molto stabile, nell’opera di Rodolfo Viola: un monumento senza alcuna volontà di potenza, un’istante durante il quale voglia e disponibilità coincidono come un desiderio soddisfatto.”
Gianluigi Ricuperati
(Gianluigi Ricuperati, 50’Arte della Galleria Strasburgo, Milano 2017)