Rodolfo Viola
Umanissima presenza del nostro tempo, in eleganza e discrezione attraversa la storia dell’arte del Novecento con la coerenza e la purezza di intenti dimostrati in più di 65 anni di attività. Un’artista e una persona capace di quelle trasformazioni senza rumore che realmente possono creare armonia e solidarietà.
Nato a Milano nel 1937, è l’artefice di un percorso degno di un racconto. Un talento precoce e cristallino, la capacità di trasmutare in fluida tecnica pittorica luoghi fisici ed emotivi, danno forma ad un arte consistente e godibile. Ideatore nel 1971 del Manifesto dell’Universalismo, sostenuto da personalità come Peter Maag (direttore d’orchestra), Carlo Mauri (esploratore) e Franco Zeffirelli (regista), promuove l'arte come un valore universale e incoraggia un ritorno alla sua comprensibilità e condivisione.
Viola ha attirato l'attenzione di figure chiave nel mondo dell’arte del XX secolo come André Verdet (critico di riferimento di Picasso e amico di Chagall, Matisse, Braque, Léger) e Pierre Restany (fondatore del Nouveau Réalisme), che hanno offerto approfondimenti critici illuminanti sul suo lavoro. E’ stato il primo artista contemporaneo che ha avuto l’onore di ricevere dalla Repubblica di San Marino una serie di francobolli dedicati alla sua pittura. Il suo Duomo è stato scelto come manifesto celebrativo per i seicento anni dalla Veneranda fabbrica del Duomo di Milano. Nella sua vita ha conosciuto diversi protagonisti del nostro tempo da Charlie Chaplin a Federico Fellini, da Rod Laver a Ivan Lendl, da Giorgio De Chirico a Henry Moore. Nel 1966 apre nei pressi di Piazza San Babila a Milano la Galleria Strasburgo, un invito alla contemplazione, all’immaginazione, in un dialogo spontaneo e diretto con il suo lavoro. Il corpo espositivo di un pensiero che parla silenziosamente ed educatamente con la città da oltre cinquant’ anni e che è possibile sentire ancora oggi negli spazi di Corso San Gottardo 19.
Photo credits: Alessandro Giugni